🍓 Alaska Libreria - Consigli per un'estate gonfiabile (in festa)
Ciao, questa è la newsletter di Alaska, che molto caldamente ti consiglia alcuni libri per l’estate che puoi acquistare passando a trovarci e ti ricorda la festa gonfiabile del 5 luglio!
Prima, però, ecco i nostri nuovi orari, in vigore da oggi, martedì 1 luglio 2025.
Lunedì: chiuso.
Martedì: 10.00 - 13.30 / 15.30 - 19.30
Mercoledì: 15.30 - 19.30
Giovedì: 10.00 - 13.30
Venerdì: 10.00 - 13.30 / 15.30 - 20.30
Sabato: 10.00 - 13.30 / 15.30 - 20.30
Domenica: chiuso
Dal 3 agosto Alaska chiude per ferie. Riapre martedì 26 agosto.
🍓 Festa!
Torna la festa estiva di Alaska, per un’estate gonfiabile!
Il programma:
🌊 17.00: Lavinia Mannelli presenta “Storia dei miei peli” (66thand2nd) con Elisa Lipari.
🌊 18.00: Open mic a tema gonfiabile. Date spazio alla vostra memoria e alla vostra fantasia, tutto può essere gonfiato o gonfiabile. Avete cinque minuti per leggere un vostro testo inedito o per leggere qualcosa che qualcuno ha già scritto. Per prenotarsi, mail a info@alaskalibreria.it con oggetto “open mic gonfiabile”.
🌊 19.00: Giulia Lombezzi presenta “L'estate che ho ucciso mio nonno” (Bollati Boringhieri) con Cristina Marconi.
🌊 20.00: Dj set a cura di Beatrice Finauro (NTS Radio e Radio Raheem).
Durante la festa sarà possibile acquistare la borsa estiva di Alaska, in vendita a 7 €!
È gratis con l’acquisto di 3 libri o con una spesa di almeno 50 €.
Ti aspettiamo in libreria!
🍓 Alaska consiglia.
Davide Longo, La donna della mansarda, Einaudi
Altro capitolo della fortunata saga di Bramard e Arcadipane, segugi sui generis, costumati nei sentimenti, affini per tormento interiore. In queste 350 pagine trovate un intrigo piemontese che scava nei torbidi di una famiglia bene la cui artistica erede, Tina, all'anagrafe Maria Pia Biancamano Bottero, non si trova. Il labirinto del caso si estende all'architettura del palazzo dove Tina viveva reclusa, la Prora (ispirato alla Fetta di polenta di Antonelli), e fila sulla scrittura sicura, felicemente duttile di Longo che in questo libro omaggia (già dal titolo) la coppia Fruttero & Lucentini, pietra miliare del noir d’atmosfera. Il caso infine si chiude ma sicuramente la serie è destinata a continuare.
Paolo Nori, Chiudo la porta e urlo, Mondadori
“Se mi chiedessero chi è, secondo me, il più grande poeta italiano del Novecento, io direi Raffaello Bandini”. Paolo Nori insegue con la sua inconfondibile cadenza un’altra passione (dopo Achmatova, dopo Dostoevskij), passione che gli scuote il pensiero e la lingua, lo coinvolge con tutto se stesso, con tutto il suo io musicale. Questo libro è un ritratto memorabile di un poeta nel filtro di un altro scrittore che usa il suo quotidiano, le sue riflessioni e le sue storie per coglierne l’essenza. Parlando di lui parla di sé, e viceversa. Bandini romagnolo, Nori parmigiano: “loro forse in Romagna chiudono la porta e urlano, che però, siccome è una cosa che faccio anch’io in Emilia, chiudere la porta e urlare, secondo me succede anche in Romagna, che danno i pugni al muro, credo di sì”. In queste frequenze sovrapposte si avvertirà lo strano che fa una certa bellezza, e come sia sorprendente coglierla nel mezzo delle nostre vite.
Mathias Enard, Disertare, E/O. Traduzione di Yasmina Mélaouah
Non la classica lettura estiva, ma la lettura estiva che ci serve in questa estate di guerre, disillusioni ideologiche e crisi identitarie. Un soldato senza nome fugge da un conflitto indefinito, simbolo di tutti i fronti contemporanei in cui l’individuo cerca una via d’uscita dall’orrore e dall’assurdo della guerra, in un Mediterraneo che potrebbe essere ovunque e nessun luogo. Allo stesso tempo, nella Germania del 2001, la celebrazione di un vecchio matematico, sopravvissuto ai campi e alla caduta delle utopie del secolo scorso, porta riflessioni su ideali svaniti e sul senso del fallimento collettivo. Enard è maestro nell’ intrecciare storie apparentemente lontanissime eppure sorelle, evocando un’umanità in bilico tra la necessità di credere e la stanchezza della storia. Il parallelismo con il mondo di oggi è inevitabile: tra conflitti globali, diserzioni morali, perdita di fiducia nelle narrazioni politiche e ricerca individuale di significato, Disertare è il libro dell’inquietudine di oggi.
Teresa Ciabatti, Donnaregina, Mondadori
“Questa è la storia di Giuseppe Misso, detto ‘o Nasone, accusato di rapina a mano armata, furto, associazione a delinquere, associazione mafiosa, 38 omicidi commessi, 108 ordinati, ma per qualcuno molti di più”. Questo è l’incipit di Donnaregina, l’ultimo romanzo di Teresa Ciabatti. Chi è davvero Giuseppe Misso? È quello che vuole scoprire la giornalista e voce narrante, alle prese, per il giornale per cui scrive, con un reportage sull’ex boss della camorra. Peccato che lei di camorra non sappia niente. Per conoscere il malavitoso bisogna conoscere l’uomo, e dunque ecco una serie di incontri, la confidenza, le deviazioni della storia. Gli amori del boss, i figli perduti, gli omicidi. Nasce un rapporto di fiducia, e mentre la protagonista scava nella vita di Misso, in uno strano rapporto di potere e fascinazione, altre due storie prendono piede: quello della figlia della giornalista, alle prese con una crisi adolescenziale profonda, e quella di un’amica molto malata. Le storie si mescolano e si intrecciano, ma niente è davvero come sembra.
Marge Piercy, Donna sul filo del tempo, Edizioni Sur. Traduzione di Andrea Buzzi
L’estate ci sembra il momento migliore per immergersi in Donna sul filo del tempo: nella stagione della sospensione del lavoro, della fine della dittatura quotidiana delle agende, con questo caldo liquefatto che scioglie la mente ci si abbandona più facilmente ad un futuro utopico, in cui tutto, ma proprio tutto, la famiglia, il corpo, il genere, il desiderio, il talento, l’economia, il lavoro, è stato ripensato, ribaltato e riadattato; tutto rispecchia l’ordine dell'ideale, ma pare, seppur lontano, possibile perché incorprora idee che esistono già qui ed ora, idee che circolavano nei movimenti ecologisti e femministi degli anni ‘70, quando Marge Piercy ha voluto farci dono della loro realizzazione in un racconto che ci mostra come amarci, amare e lottare.
Wu Ming 1, Gli uomini pesce, Einaudi.
Quale sarà il futuro del Po e del suo Delta? E perché somiglia così tanto al suo passato? Quali segreti ha custodito Ilario Nevi – partigiano, cineasta, attivista ambientale – fino alla sua morte, in un torrido pomeriggio di luglio 2022?
Ilario e/è il Po, il Po è/e Ilario…: a esplorare le connessioni, a mapparle ed a cucirle tra loro è Antonia Nevi, nipote di Ilario e protagonista di Gli uomini pesce, il nuovo romanzo di Wu Ming 1. Un’opera geografica e visionaria, profondamente radicata in un territorio – Ferrara e il Delta – che pulsa tra le righe. Ma anche un viaggio attraverso la Storia ambientale e, come sempre, politica: dalla Resistenza ai conflitti del secolo breve, fino alle lotte ambientali di oggi.
E poi c’è la fantascienza – sì, anche Lovecraft fa capolino nel Polesine –, per una combustione alchemica narrativa unica, che solo l’athanor di Wu Ming 1 poteva generare.
Un romanzo perfetto per l’estate, per trasformare quell’ecoansietta da ronzio incessante di condizionatori in conoscenza, azione e desiderio di riscatto.
Leslie Jamison, Parti femminili, NN editore. Traduzione di Isabella Zani
Con Parti femminili, Leslie Jamison ci accompagna in un memoir intimo e profondamente umano, in cui la fine del suo matrimonio si intreccia con l’inizio della sua esperienza di madre single. È una storia d’amore diversa, fatta di rotture, ricostruzioni e nuovi inizi. Jamison racconta un momento della vita in cui tutto sembra scomporsi: l’identità, la coppia, il corpo, i ruoli. La sua scrittura — lucida, sensuale, sempre controllata — riesce a trasformare anche le emozioni più contraddittorie in materia narrativa viva: dolore e tenerezza, rabbia e gratitudine, solitudine e meraviglia. Al centro c’è il legame con la figlia neonata: notti insonni, momenti di vicinanza fisica assoluta, gesti semplici che diventano fondamenta di una nuova intimità - una maternità vista non come sacrificio né come glorificazione, ma come esperienza bio‐umana, intima e straordinariamente ordinaria. Ma intorno ci sono anche il divorzio, le aspettative infrante, il bisogno di sentirsi intera in una nuova forma. Parti femminili è un memoir che non cerca facili epifanie, ma una verità fatta di frammenti, in cui anche le crepe raccontano qualcosa di essenziale. Con la sua voce limpida e potente, Jamison riflette su cosa significa amare, perdersi, ricominciare. E su come, a volte, si possa trovare bellezza proprio nei pezzi sparsi di ciò che sembrava andare in frantumi.
Samantha Harvey, Orbital, NN Editore. Traduzione di Gioia Guerzoni
Visto da fuori il nostro pianeta è un corpo celeste come tanti, e contemporaneamente è tutto, un prodigio, un miracolo, l’unico luogo adatto alla vita, l’origine del mondo, e la sua fine. In Orbital, premiato col Booker Prize, Samantha Harvey si avvicina il più possibile a ripetere per il lettore la rivoluzione di punto di vista che in genere appartiene solo ad astronauti e cosmonauti, seguendo per un giorno e 16 orbite sei scienziati a bordo della Stazione spaziale internazionale. Non succede quasi nulla, eppure succede tutto, tutta la vita che esiste, nella “scatoletta di sardine” in cui i sei esploratori abitano, e nel globo di luce, mare e verde che rotola ai loro piedi. L’autrice abbraccia la natura ciclica del tempo orbitale, e una scrittura che scivola tra le descrizioni liriche di geografie e le divagazioni sul senso dell’essere, tra la semplicità del quotidiano e il senso d’avventura, tra la terza e la seconda persona, in qualcosa che ricorda una sinfonia – una musica che resta anche dopo l’atterraggio.
Mithu Sanyal, Identitti, Keller editore. Traduzione di Lucia Ferrantini
“Race & sex. Ogni volta che io e Kali parlavamo, si trattava sempre di race & sex.” È questa la promessa, o l’avvertimento, che la protagonista del libro, Nivedita Anand, fa in apertura. Figlia di madre tedesca e padre indiano Nivedita ha un blog chiamato Identitti in cui affronta questioni legate all’identità, al razzismo e alla sessualità e persegue un obiettivo: decolonizzare la propria anima. La sua interlocutrice è Kali, dea induista della distruzione; la sua maestra Saraswati, professoressa universitaria e guru nel campo dei postcolonial studies. Ma presto si scopre che la sua pluricitata insegnante, l’autrice del testo “White Guilt. Perché nessuno vuole essere bianco” è essa stessa bianca e si è sottoposta anni prima ad un’operazione per cambiare il colore della pelle. Come reagire allo scandalo, che posizione prendere e come rispondere alle domande sulla questione dell'identità? Ironica e brillante, Sanyal Mithu ha scritto un romanzo sfrontato, critico e divertente, finalista al german book prize nel 2021 e pubblicato quest'anno da Keller. Assolutamente da leggere.