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Questa è la newsletter di Alaska, la libreria di Affori, pronta a raccontarti i nostri prossimi eventi!
Sabato 1 febbraio, dalle ore 19
Milo De Angelis presenta I fiori del male di Baudelaire (Mondadori)
Con interventi di Viviana Nicodemo
Rieccoci all’opera di un poeta esemplare, Charles Baudelaire, la cui assoluta, dirompente originalità ha trovato in ogni epoca nuove e appassionate adesioni e nuovi traduttori, spesso tra le figure di maggior risalto della poesia del loro tempo. Così avviene ora con Milo De Angelis, che ce ne fornisce una nuova versione d’autore. Classico e innovativo al tempo stesso, nei Fiori del male Baudelaire ha saputo esprimere la sua osservazione sensibile del mondo e dell’esistere nell’eleganza sempre impeccabilmente elevata della pronuncia e dello stile, anche trattando di una realtà umile e bassa, e in questo aprendo la ricerca poetica a una testimonianza della infinita complessità dell’esistenza. Attratto da un carattere ben riconoscibile dei Fiori del male, e cioè la sapiente inscindibile coesistenza di alto e basso, di sublime e orribile, il nuovo poeta-traduttore ha ben colto il formidabile senso, in Baudelaire, di una doppiezza che si manifesta nelle varie espressioni del reale, e dunque sia nella cangiante personalità femminile sia nella visione della città, entrambe da lui vissute e cantate con adesione e insieme con sottile sofferenza, al punto da gridare «Ti amo, infame capitale». Nella costante doppia articolazione del volto del mondo agli occhi del poeta risiede l’identità stessa della sua poesia, in cui comunque si impongono altri grandi temi: oltre a Parigi e alla donna, anche il viaggio, lo spleen, e le infinite corrispondenze che si intrecciano tra le cose facendo delle nostre vite «foreste di simboli». Intimamente coinvolto dalla sfida di una vertiginosa voce poetica che nel giro di pochi versi si getta a capofitto dall’azzurro all’inferno, e passa dalla morte alla preghiera, dalla pienezza dei sensi a immagini di decomposizione, dall’opulenza agli stenti, De Angelis si attiene strenuamente e con grande efficacia alla lettera dell’originale, e ci regala un Baudelaire profondamente suo ma che nello stesso tempo rimane profondamente se stesso nel verso e sulla pagina.
Venerdì 7 febbraio, alle 19, a TeatroLaCucina
Fabio Deotto, Claudia Durastanti e Vincenzo Latronico presentano Come ne usciremo (Bompiani)
Dialoga con loro Ferdinando Cotugno, scrittore e giornalista. Musiche di Beatrice Finauro. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
"La nostra realtà non è più piana, è proiettata”, scriveva nel 1923 lo scrittore russo Evgeny Zamjatin. Oggi il nostro presente muta a velocità tale che per inquadrarne alcuni aspetti bisogna imparare a fotografarlo in corsa. La speculative nonfiction punta a fare proprio questo, è un nuovo tipo di approccio del racconto del reale che sfrutta la sponda futura per inquadrare problematiche presenti.
Come ne usciremo (Bompiani 2025) è la prima opera collettiva di speculative nonfiction, frutto di due anni di lavoro congiunto di nove autori italiani e internazionali: Fabio Deotto, Francesca Coin, Meehan Crist, Sergio del Molino, Claudia Durastanti, Omar El Akkad, Vincenzo Latronico, Chigozie Obioma e Angela Saini. I vari testi sono stati concepiti come se fossero scritti tra il 2030 e il 2040, e proiettano sullo stesso sfondo futuro delle dinamiche e delle questioni attuali, tra cui le migrazioni, il lavoro, la crisi climatica, la gentrificazione e la minaccia dell’autoritarismo.
Nel febbraio del 2025 il futuro appariva molto fosco. Ma poi il 2040 è arrivato e il collasso della civiltà è stato scongiurato. Questo significa che siamo al sicuro? O ci stiamo solo dimenticando come siamo arrivati fin qui?
Il 7 febbraio cominceremo a scoprirlo.
Sabato 8 febbraio, alle 19.00, Annalisa Ambrosio presenta
L’amore è cambiato. L’era post-romantica (Einaudi)
Dialoga con lei Ilaria Rossetti
È possibile superare il mito tradizionale dell’amore senza negarsi il piacere di perdere la testa per qualcuno? Forse sí, a patto di capire che cosa fare se si è innamorati nell’era post-romantica. L’amore è cambiato perché la cultura terapeutica,
l’istituto giuridico del divorzio, le lotte dei movimenti LGBTQIA+ hanno allargato la morfologia delle relazioni amorose. La relazione amorosa non è una sola. Non più.
Realizzare un amore, cioè, non significa necessariamente sposarsi, avere dei figli, fare sesso o vivere sotto lo stesso tetto a lungo. Ci sono altre possibilità. E queste possibilità sono tanto più varie e concrete quanto più siamo in grado di usare l’immaginazione.
Venerdì 21 febbraio alle ore 19
Silvia Ballarè, Ilaria Fiorentini, Emanuele Miola presentano
Le varietà dell'italiano contemporaneo (Carocci)
Dialoga con loro Jessica Puliero
Il volume offre uno sguardo aggiornato sullo stato dell’italiano contemporaneo, prendendo in esame i quadranti dell’architettura della lingua e tutti gli assi su cui tradizionalmente si articola la descrizione sociolinguistica. I diversi capitoli che lo compongono forniscono una panoramica il più possibile completa sulla lingua nazionale, passando in rassegna alcune delle varietà di maggiore rilevanza. Oltre al “vecchio” e al “nuovo” standard, sono considerate varietà più spiccatamente caratterizzate dal punto di vista diatopico, diastratico, diafasico e diamesico. In appendice sono riportate alcune brevi descrizioni di corpora di recente creazione, che costituiscono strumenti di grande utilità e importanza per chi vuole affrontare lo studio della variazione.
Venerdì 28 febbraio alle ore 19
Jacopo Narros presenta Dieci piccole trasformazioni dell’aula scolastica (Industria&letteratura)
Dialoga con lui Michele Farina
Una geniale rifunzionalizzazione degli arredi e degli utilizzatori dell’aula scolastica per mettere in scena alcuni classici della letteratura e alcuni momenti capitali della storia dell’umanità (dall’Odissea ai Promessi Sposi, dalla Rivoluzione francese a quella copernicana, dall’Orlando Furioso alla scoperta dell’America…) con una grande potenzialità ludico-didattica per un testo che regala divertimento e realmente “adottabile” in classe.
Con un disegno di Guido Scarabottolo