Ciao!
Questa è la newsletter di Alaska, la libreria di Affori, e questo è il calendario dei nostri prossimi eventi!
Leonardo Piccione presenta Insegnare a nuotare a una foca (UTET)
Venerdì 7 giugno 2024 dalle h. 19
Dialoga con lui Ludovica Lugli
In islandese esistono frasi fatte solo di vocali: Ási á Á á á í á è, effettivamente, una frase di senso compiuto.
Nell'alfabeto islandese, la z è stata esclusa dall'alfabeto con una legge apposita nel 1973. Contiene invece le impronunciabili ð, Þ e æ, ma non la c.
Come se non bastasse, questo sciame di grafemi si coagula in lunghissime espressioni intelligibili e declinabili secondo complessi casi grammaticali.
Insomma, un incubo per chiunque voglia impararla.
Per Leonardo Piccione confrontarsi con l’islandese è stata una necessità. Arrivato sull’isola per un breve viaggio, è stato affascinato dai panorami, dalla lentezza del tempo, dalle nuvole veloci al punto da trasformarla in sua dimora elettiva. In questa insolita esplorazione, la lingua, i suoi proverbi, le vertiginose costruzioni sintattiche e le bizzarre scelte onomastiche si riflettono nella letteratura, nella visione del mondo e nelle abitudini quotidiane degli islandesi, diventando l’ago magnetico da seguire per orientarsi tra i vulcani e i ghiacci di uno dei paesi più a nord del pianeta.
Per esplorare il passato con la verve di Fast & Furious e la scientificità di Past & Present, una serie di incontri dedicati in Alaska, la tua libreria del cuore.
Per discutere con chi studia, scrive e si occupa di storia e storie sul loro approccio al passato. A partire da un libro e/o da una costellazione di libri e di generi – fiction, saggi o reportage – decostruiremo assieme queste storie e il loro impatto sulla sfera pubblica.
Perché, come ricorda Albert Sorel in Jules e Jim, l’avvenire è dex curiosx di professione.
13 giugno 2024, dalle ore 19.00
Un fantasma si aggira per l'Alaska: Tony Judt, critico del passato ed esploratore del futuro
Perché discutere di un intellettuale in un’epoca in cui gli intellettuali vengono spesso presentati come “professoroni” lontani dalla realtà?
Tony Judt ha dimostrato e dimostra l’esatto contrario: e cioè che non può esserci riflessione pubblica e politica senza analizzare i dilemmi del nostro tempo.
Discussione a partire dai libri:
Quando i fatti (ci) cambiano. Saggi 1995-2010, Tony Judt
L'età dell'oblio. Sulle rimozioni del '900, Tony Judt
Guasto è il mondo, Tony Judt
INTERVENGONO
David Bidussa, storico sociale delle idee, lavora presso la Fondazione Feltrinelli.
Jacopo Perazzoli insegna storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Bergamo.
Venerdì 14 giugno alle ore 19
Francesca Manfredi presenta Il periodo del silenzio (La Nave di Teseo, 2024)
modera Francesca Scotti (scrittrice)
Cristina Martino ha ventotto anni, è laureata in Archeologia e lavora, precaria, in una biblioteca di dipartimento all’università di Torino. Ha una vita piuttosto monotona, una famiglia ordinaria, nessun trauma. Ha un flirt con Daniele, conosciuto da poco, e un’amica, Silvia, che sembra il suo opposto; ogni cosa in lei tende all’evasione dalla norma, al rumore, all’eccesso di vita. Una sera, presa da un impulso, Cristina decide di eliminare i suoi profili social. Un gesto senza motivazione apparente, non insolito, di certo non rivoluzionario: eppure, questa sarà la prima tappa del suo percorso verso il silenzio, perché, gradualmente, Cristina smette di comunicare. Pur continuando la sua vita quotidiana, scivola sempre più in una forma di rarefazione, di invisibilità fisica, in cui il silenzio diventa la scelta di una sparizione dal mondo. Quando un articolo sulla sua storia diventa virale, in tanti cominciano a emularla, attribuendo al suo silenzio significati universali e necessari, mentre nessuno sembra più sapere dove Cristina si trovi davvero, e se tornerà.
Sabato 15 giugno alle ore 19
Maurizio Margherito presenta Il Pelo nella piaga. L'inconscio non perdona. (Le Mezzelane Editore)
modera Fabrizio Lanzi (avvocato)
Amiel Beltrami, una consulente nei beni culturali, diviene l’ago della bilancia in sparizioni di guide museali, connesse a tagli su dipinti caravaggeschi. Tra veglie, sogni a sfondo sessuale e sindrome di Firenze, scopre tra le guide una sua vecchia fiamma, Liv. Viene incaricata di restaurare i dipinti squarciati. Intuisce che dietro i tagli su opere originali, coeve o false, del grande pittore ruotano interessi che neppure immaginava. Ingiustamente accusata di aver ordito i misfatti, è combattuta tra cercare solo di salvarsi o lottare per smascherare i veri colpevoli, tra i quali potrebbe esserci Paul, forse solo una sua ossessione.
Perché è stata scelta per depistare le indagini? Chi sta facendo confluire tutti gli indizi su di lei? Sapendo che, se dovesse venire sorpresa sulla scena di un altro rapimento, sarebbe incolpata anche di tutti quelli precedenti, Amiel si muove con cautela verso la verità, cercando di chi e di che cosa può fidarsi.
Per l’ultimo appuntamento dell’anno, il ciclo Past & Curious ha pensato di chiudere con un incontro speciale per ragionare di Storia e di storie, di Novecento e di passato come eredità collettiva. Siamo felicx di invitare tutte e tutti in Alaska per ragionare insieme a Helena Janeczek sui modi di esplorare il passato e ricostruirlo nella forma del romanzo dalla sua preziosa prospettiva. Speriamo di trovarci numerosx per raccogliere idee e spunti in vista della ripresa autunnale.
21 giugno 2024, dalle ore 19.00
Discussione del libro Il tempo degli imprevisti (Guanda) con l'autrice Helena Janeczek
Cosa rimane del Novecento? Ci siamo davvero lasciati per sempre alle spalle i suoi sogni, le lotte, le ombre? È sul filo di queste domande che si muove la scrittura di Helena Janeczek, il suo talento nell’indagare le vite di personaggi normali che, incrociando i grandi rovesciamenti della Storia, diventano destini eccezionali capaci di consegnarci, nel racconto immaginato, il senso di un’eredità collettiva. Ripercorrendo gli inizi del secolo scorso alla ricerca di storie marginali, solo in parte note, conosciamo le sorelle Zanetta, maestre arrivate nella Milano dei fermenti per l’Expo del 1906, che aderiscono ai sogni socialisti per poi vedersi, la più giovane, arrestata per disfattismo negli anni subito successivi a Caporetto. Nella Merano del 1920, dove si respira una salubre aria di cura per i cagionevoli di salute, troviamo il dottor K., che crede di essere al centro di un intrigo spionistico nato dalla corrispondenza con la sua traduttrice, Milena Jesenská. In quest’Italia di inizio secolo, dove le voci straniere si intrecciano con l’orgoglio nazionale, incontriamo poi la figlia del grande poeta americano Ezra Pound, che vaga per Venezia spiata da un ragazzino che con lei ha condiviso l’infanzia nelle malghe del Tirolo. E il giovane Albert O. Hirschmann, che ha raggiunto la sorella e il cognato a Trieste, una città animata dallo spirito edonista e mercantile della sua borghesia fieramente italiana, quella stessa borghesia che di lì a poco avrebbe visto abbattersi sul proprio mondo le leggi razziali, come il più impensabile e terribile degli imprevisti. Ma i tempi di imprevisti, avrebbe teorizzato più avanti Hirschmann, sono anche tempi di possibilità che invitano a essere pensate, e percorse, a prescindere da come la Storia sia andata. Serve anche a questo la letteratura, ci dicono queste pagine, a rivivere dall’interno di ogni personaggio quel passato che non si è ancora chiuso, per provare a raccoglierne l’eredità irrisolta.
Annamaria Testa presenta La parola immaginata. Il Saggiatore.
Dialoga con lei Jacopo Cirillo
Sabato 22 giugno 2024 - Dalle ore 19.00 in libreria
La parola immaginata è un testo imprescindibile per chi si occupa di comunicazione, di pubblicità, di mass media, e per chi lavora o vuole lavorare come copywriter, redattore o autore per il web. È un classico contemporaneo: il racconto vivido e appassionato di una pratica professionale brillante e consolidata. Come si inventa una comunicazione pubblicitaria e da dove si comincia? Quali sono le regole di base? Come si integrano parole, immagini e grafica? Quali vincoli è imperativo osservare (e quali è opportuno scardinare) quando si scrive per conto di un’azienda o un’istituzione? Annamaria Testa ci svela i meccanismi, gli accorgimenti e le strategie necessarie per comunicare con efficacia: dall’individuazione delle caratteristiche salienti del messaggio all’invenzione di un titolo, fino alla scelta del format e del tono di voce più appropriati e capaci di «avvicinare i prodotti al pubblico e viceversa, rendendo desiderabili i primi e desiderante il secondo». Quest’opera è un resoconto dettagliato, chiaro e onesto del mondo della pubblicità, che ruota attorno alle parole che persuadono. È anche una riflessione sulla lingua e sulla società in cui viviamo, perché, come ci dice l'autrice stessa, «la pubblicità è uno specchio spudorato, rivelatore di tutto ciò che si è sedimentato nella coscienza e nell’inconscio collettivo». La parola immaginata è, soprattutto, un esemplare trattato di scrittura creativa. E ha formato generazioni di professionisti per il suo essere, oltre che un ampio e prezioso repertorio di tecniche e soluzioni, anche un suggestivo autoritratto professionale e umano.