Ciao!
Questa è la newsletter di Alaska, la libreria di Affori, e questo è il calendario dei nostri prossimi eventi!
Ne approfittiamo anche per ricordarti che ci sono nuovi corsi in programma!
Mercoledì 8 maggio, ore 19
SU NARRAZIONE, TRADUZIONE, INTRECCI
Marino Magliani presenta Materiali onirici di un somarello marino
con Riccardo Ferrazzi che parlerà del suo Modus in rebus
Materiali onirici di un somarello marino
In mezzo ai fondali marini, tra la Valle dei Corallini e il Battello Affondato di Fianco, inizia la storia del piccolo cavalluccio marino Pippo, spesso chiamato pippocampo. iniseme al suo amico gaberone Lucio e al suo mentore di vita, il Pesiolino Azzurro, Pippo prenderà coraggio per esplorare il grande e misterioso mare, fino a vedere nuove conchiglie e navi bianche, non più solo relitti abbandonati. Anche se fa paura, Pippo imparerà che l’gnoto va scoperto e la vita, piena di sorprese e pericoli, soprattuto umani, va vissuta, con tutte le sue conseguenze. Il libro più misterioso e subacqueo di Marino Magliani
Modus in rebus
Salamanca: città universitaria, barocca e romana, dove ogni casa è un monumento e ogni strada sa di mistero. Mentre la Spagna sta uscendo dalla dittatura franchista, l'assassinio di un prete fa perdere a Vittorio Fabbri gli amici, un affare e l'amore di Maite. Chi ha ucciso don Agustin? Amici e conoscenti si comportano in modo strano. Tutti potrebbero essere colpevoli, perfino Maite. A vent'anni di distanza, Maite è diventata un'ossessione, tanto che Vittorio torna a Salamanca per cercarla. Dovrà rientrare senza certezze a Milano, dove ben presto sarà coinvolto in altre due morti sospette e in un mistero letterario. Ancora una volta si innamora di una donna che gli procura guai e gli instilla dubbi su presente e passato. È un caso che questa donna gli ricordi terribilmente Maite?
Giovedì 9 maggio 2024 - presso Alaska Libreria
Micheliny Verunschk presenta Resta solo il fuoco (66thand2nd)
Dialoga con lei Silvia Pelizzari
Traduce Dea Merlini (traduttrice anche del libro)
In una comunità rurale del Brasile una donna viene arsa viva. A uccidere Celeste sono i genitori e il fratello, in un rituale che parte come un esorcismo e finisce come il rogo di una strega. Tra gli interrogatori della polizia e le analisi della scena del crimine, i protagonisti del tragico evento prendono voce per consegnarci la loro versione della storia. Il ritratto che ne emerge è quello di una località isolata, segnata dall’arrivo di una nuova confessione religiosa. In questo luogo dimenticato dalle mappe, fondamentalismo e mentalità patriarcale si mescolano generando un’ondata di brutalità. Sullo sfondo, una natura indifferente, col suo ciclo inarrestabile di generazione e distruzione. Un’enigmatica figura femminile tiene le fila del racconto, cerca di ricostruire l’accaduto e trovare le cause dentro una cornice più ampia, in cui i fatti recenti si fanno specchio di oppressioni antiche: di genere, di classe, coloniali. Qui le avversità della vita hanno favorito l’adesione a dottrine estreme, con la complicità delle istituzioni religiose e politiche che si sono spartite gli spazi di potere. In questo romanzo ruvido e perturbante Micheliny Verunschk racconta una storia di mistero e violenza, che mescola reale e meraviglioso come nella migliore tradizione latinoamericana.
Sabato 11 maggio 2024 - Dalle ore 11.00
Emma Palazzo legge Iris Incantevoli Pasticci (De Agostini)
Lettura e laboratorio creativio. Partecipazione libera e gratuita.
Lettura per chi ha dai 8 anni in su.
Iris ha dieci anni e frequenta la prestigiosa Scuola per Fate Perfette Tuberosa Tuberini... o meglio, la frequentava, prima di causare l’ennesimo disastro. Non c’è niente da fare: Iris è una fatina pasticciona, non riesce a tenere a bada la sua travolgente magia e ne combina di tutti colori! Se prova a usare i suoi poteri per versare del succo di lampone in un bicchiere, lo rovescia tutto in faccia alla maestra; se si impegna per far volare un tappeto, questo finisce per arrotolarsi attorno a una compagna e trasformarla in un burrito; se cerca di evitare che un portapenne cada a terra, ecco che quello diventa un razzo scoppiettante... Come biasimare l’Alto Consiglio delle Fate se non ne può più di lei? È così che Iris finisce a frequentare una scuola... per umani! Le premesse non sono un granché, ma inaspettatamente è proprio qui che la piccola fata scoprirà l’amicizia, imparerà pian piano a controllare i suoi poteri e soprattutto apprenderà il valore della sincerità. Chissà che il Consiglio delle Fate, visto il suo impegno, non finisca per cambiare idea su di lei...
Giovedì 16 maggio, ore 19
ESPLORAZIONI LETTERARIE
Enrica Fei raccconta la letteratura tra Mondo Islamico e Occidente cristiano, a partire dal libro Ali e Nino di Kurban Said
Alla vigilia della Prima guerra mondiale, nella cosmopolita Baku – «la città europea più a est del mondo» -, il giovane azero musulmano Ali Khan Shirvanshir si innamora di Nino Kipiani, una principessa georgiana cristiano-ortodossa.
L’appassionante, delicata e talora fiabesca vicenda dei due giovani deve però fare i conti con l’irrompere della Storia: l’incrinarsi dell’impero degli zar porta con sé la rottura dell’equilibrio e della pacifica convivenza tra etnie e religioni. E a cascata, il risorgere di antichi tabù provoca laceranti, profonde incomprensioni, mentre il nascere di sentimenti nazionalisti suscita conflitti, ai quali anche Ali prenderà parte combattendo per l’indipendenza del suo popolo.
Vero e proprio «classico moderno», Ali e Nino (il sottotitolo precisa: Una storia d’amore) riesce a non perdere mai la sua delicatezza di danza che unisce Occidente e Oriente, intrecciando modernità e radici profonde della cultura azera. Opera di un autore misterioso la cui identità – ben indagata da Enrica Fei nell’Introduzione – meriterebbe un romanzo a sé, Ali e Nino è stato tradotto in più di trenta lingue e portato sul grande schermo nel 2016 dal regista britannico Asif Kapadia. È un inno alla forza dell’amore che supera le differenze, alla fusione tra Est e Ovest che non implica assimilazione ma sguardo reciproco gli uni sugli altri: «diversi eppure uguali» perché «nati sotto lo stesso cielo».
Venerdì 17 maggio, ore 19
Niccolò Bosacchi presenta Disbrigo degli affari correnti (Sensibili alle foglie Editore)
Dialoga con lui Luca Gringeri
Questa raccolta di poesie prova a situarsi nel punto di indistinzione tra le esperienze collettive e quelle individuali. Un confine opaco, sia in un senso positivo, perché ciò che vi può crescere è qualcosa di prezioso, sia perché porta in sé il pericolo dello scacco, sullo sfondo di una storia che si dà sempre di più come spazio dannoso e contemplazione attonita di un disastro. Ciò che forse più importa di questi frammenti è ciò a cui accennano al di fuori di loro, un oltre che si vede spesso solo come breve apparizione ma che continua a esistere, anche nella forma della sua assenza.
Sabato 18 maggio h 19:00
Tommaso Khalid Valisi presenta Case di sale di Hala Alyan (Astarte)
Dialoga con lui Laila Sit Aboha
Alla vigilia del matrimonio della figlia, Salma legge il destino della ragazza nei fondi di una tazza di caffè. Vede per Alia e per i suoi figli un futuro instabile, segnato dalla perdita della casa e dall’incertezza. Pur scegliendo di tenere per sé la predizione, questa si avvererà quando la famiglia verrà sconvolta dallo scoppio della guerra dei sei giorni nel 1967.
Mezzo secolo di Storia provocherà lo sradicamento e la dispersione dei membri della famiglia Yacoub, tra Palestina, Kuwait, Giordania, Libano, fino all’Europa e gli Stati Uniti.
Seguendo le storie di quattro generazioni, questo romanzo lirico ed emotivamente travolgente ci interroga su che cosa si possa considerare casa: ciò che per tradizione ci è stato tramandato o quello che costruiamo nel nostro presente?
Romanzo vincitore del Dayton Literary Peace Prize e dell’Arab American Book Award.
Mercoledì 22 maggio, ore 19
Vittorio Giacopini presenta L'orizzonte degli eventi (Mondadori)
Con Nicola Villa, editor Altreconomi, e Alina Marazzi, regista di documentari
Il personaggio che dice "io" quasi non ha il tempo di presentarsi: lo Zingaro appare subito in scena (e non importa se la scena è onirica o meno) e, salvo rare assenze, la tiene occupata sempre. Lo Zingaro viene da lontano, è il freak, il drop out, il filosofo, il profeta. Entra ed esce portando saggezza e provocazione, gioca, straccia le facili verità, fustiga le eredità culturali, fa linguacce a buonismi e isterismi. Non è rivendicativo, semmai vendicativo. Non ammette arretramenti. Stabilisce con l'autore un dialogo serrato, uno scambio sbilanciatissimo di opinioni. I due si scontrano e si incontrano, viaggiano lungo le rotte del presente, attraversando la pandemia, la crisi climatica, le migrazioni, lo stimolo costante dell'informazione e il progresso scientifico. Sorta di nano nietzschiano, che porta alla luce la voce degli ultimi, lo Zingaro conduce alla verità negletta, al passato obliterato, alla fine del tempo. I due protagonisti si scontrano e si annientano, fino ad arrivare al limite degli eventi, letteralmente al buco nero destinato a inghiottire il loro addio. Siamo di fronte a un romanzo pamphlet che ruota intorno alla consapevolezza della Storia e del tempo.
Venerdì 24 maggio, ore 19.00
Paolo Pecere, Il senso della natura. Sette sentieri per la terra (Sellerio)
Dialoga con lui Fabio Deotto
Guardare negli occhi un orango, un polpo, uno squalo balena. Mettersi in cammino per capire un deserto, una foresta o una catena montuosa attraversando le tradizioni del pensiero umano. Muoversi da New York alle Galápagos, dall’Islanda al Borneo, dal Ruanda al Tibet, per immergersi nella nostra casa, il pianeta che dobbiamo amministrare.
Un pianeta di cui bisogna scrivere il futuro: negli ultimi anni è stato riconosciuto l’impatto distruttivo della civiltà umana sulla natura, reso evidente da catastrofi climatiche, estinzioni di intere specie animali, desertificazione e scomparsa di paesaggi. Eppure, questa consapevolezza non produce alcun reale cambiamento nei nostri modi di vivere, nelle soluzioni adottate dalle società industriali per evitare la calamità. Al tempo stesso, assistiamo al diffondersi di un amore appassionato e di una profonda nostalgia per la natura incontaminata, rifugio dall’assordante disarmonia del mondo. È sicuramente un sentimento genuino, ma del tutto inadeguato a proteggere la Terra.
Da questa scissione paradossale, consapevole che la sola verità scientifica non sembra sufficiente a scuoterci, inizia il percorso di Paolo Pecere. Studiare e attraversare le città, con il loro apparente isolamento dall’ambiente e la loro dipendenza dalle risorse naturali, spostarsi sulle montagne e sotto gli oceani, esplorando l’origine della nostra coscienza, l’idea di un ordine cosmico, il rapporto tra umano e ciò che ci appare profondamente altro, diverso da noi, gli animali, le piante, l’acqua e la pietra, il paesaggio. Qual è oggi, allora, il vero senso della natura, quel sentimento che siamo chiamati a ritrovare o immaginare di nuovo? Potrebbe significare «amare chi non è come noi», oppure restare in silenzio e guardare il mondo attraverso occhi che non sono i nostri. O forse smettere di scrutare sempre e ossessivamente noi stessi.
La scoperta di una cura del mondo, una nuova definizione dell’ecologia, quella «scienza magnifica che è diventata triste», hanno bisogno di una visione del futuro che immagini altri modi di percepire la natura, e di un recupero della nostra memoria biologica che ci faccia avvertire l’unione indissolubile, vivente, organica e inorganica di tutto ciò che esiste sulla Terra.
Domenica 26 maggio, ore 17,30
Massimo Maggiari presenta Nel cuore del passaggio a Nord-Ovest (Meltemi)
dialoga con lui Pier Franco Brandimarte, scrittore
Chi viaggia è libero di farlo in mille modi. Chi intende però viaggiare nelle diverse anime del mondo, nel volto nascosto di terre lontane non va alla ricerca di trofei o chimere commerciali.
Questo libro ci conduce nei luoghi in cui Roald Amundsen, il leggendario esploratore norvegese, ha vissuto la grande avventura del Passaggio a Nord-Ovest. Grazie al racconto di Massimo Maggiari, che nell’arco di più di vent’anni ha ripercorso quei territori con le sue poesie preferite nel cuore, incontriamo i popoli del Grande Nord sui vasti pianori ghiacciati, sugli assembramenti di iceberg di fronte alle coste coperte di nubi e tra i riflessi di acque abitate da balene e orsi polari.
Con lo sguardo di chi cerca le condivise radici umane, terrestri e cosmiche, l’autore ci racconta delle danze dell’aurora boreale – nelle cui armonie gli indigeni sanno leggere il benessere dei Poli – e della vita di quelli che egli definisce “gli ultimi guardiani dell’Artico”, gente sobria e generosa, dura ma con la mano aperta, maestri nell’arte della sopravvivenza in condizioni estreme e al contempo consapevoli dell’anima del mondo che si manifesta nelle lande ghiacciate e negli animali che le abitano.
Lunedì 27 maggio 2024, dalle ore 19.00
Francesco Costa presenta Frontiera (Mondadori)
presso TeatroLaCucina, Via Ippocrate, 45 Milano
Ingresso gratuito, fino a esaurimento posti
Dialoga con l'autore Alessia de Luca
C’è una storia che ascoltiamo da un po’ di tempo, e descrive la più grande superpotenza del pianeta come in balìa di un irrimediabile declino. È la narrazione di un paese che balla sull’orlo del precipizio, dove la radicalizzazione non è arrestata, le differenze fra conservatori e progressisti si sono allargate e le donne hanno perso persino il diritto a interrompere una gravidanza.
Eppure sta succedendo anche altro. Gli Stati Uniti hanno ampliato la forza lavoro come non era mai accaduto prima, stanno riducendo le diseguaglianze, hanno innescato una rinascita industriale, hanno approvato il più grande investimento di sempre contro il cambiamento climatico. Il tutto mentre la Cina affronta una fase di grande incertezza e rinuncia al sogno del tanto atteso sorpasso.
Gli Stati Uniti d’America stanno attraversando un momento affascinante e contraddittorio, poco compreso e per certi versi unico nella loro vicenda nazionale. Com’è possibile che queste cose accadano contemporaneamente, nello stesso posto?
Attraverso un racconto frastagliato e mai lineare, come la realtà che descrive, Francesco Costa ci accompagna in un sorprendente viaggio on the road nel Nuovo Mondo, procedendo frammento dopo frammento nell’esplorazione di un paese che trova sempre il modo di mostrarci le prove generali di quello che vedremo dalle nostre parti, nel bene e nel male. Buon viaggio.
Venerdì 31 maggio, ore 19
Costanza Spocci e Marta Bellingeri presentano Cairo Necro Politik
Ne parla con loro Lorenzo Bagnoli, giornalista
Chi può vivere, chi deve morire
Cairo Necro Politik: Dopo la rivoluzione di piazza Tahrir, i militari hanno preso nuovamente il controllo del Paese. L’Egitto di al-Sisi ha rappresentato in questi anni il manuale della repressione per eccellenza, che invia segnali universali su come si instaura una dittatura. Il filosofo camerunense Achille Moembe ha definito Necropolitica il potere di decidere chi può vivere e chi deve morire. La realpolitik è il conseguimento degli obiettivi del potere, al di là dei principi. Il risultato è la Necropolitik di uno dei paesi a noi più vicini nel Mediterraneo. Ma oltre le trame del potere, c’è la storia di una generazione dalle due sponde del Mediterraneo che da dietro le sbarre, in esilio o andata via per sempre, continua a combattere contro questa nekre-politik. La storia di una comune, intramontabile resistenza.
Podcast in quattro puntate ideato e condotto da Marta Bellingreri e da Costanza Spocci, co-prodotto da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e IRPI Media.