Ciao!
Questa è la newsletter di Alaska, la libreria di Affori, di ritorno dalle vacanze e pronta a raccontarti i nostri prossimi eventi!
Prima di tutto, però, ti ricordiamo gli orari della libreria: ti aspettiamo in negozio da martedì a sabato con orario 10.00 - 13.30 e 16.00 - 20.00. Il nostro sito invece è sempre online.
Tutto qui? No, grosse novità in arrivo!
Venerdì 13 settembre alle ore 19
Francesco Condello presenta L'illusione meritocratica (Eleuthera)
modera Paolo Zuffinetti
«La meritocrazia è una sofisticata riproposizione del principio di disuguaglianza».
Valorizzare i meriti (e penalizzare i demeriti): è questa oggi la filosofia prevalente. Ma pur essendo evocata da tutti gli schieramenti politici e da ogni gruppo professionale, la meritocrazia non è solo un' impraticabile illusione ma è, soprattutto, una nuova forma per giustificare la disuguaglianza sociale.
Ripetuta come un mantra salvifico in ogni contesto sociale e professionale, la parola meritocrazia appare oggi come l'unica opzione capace di affrancarci dal clientelismo e dalle sue disastrose conseguenze. Ma davvero il merito e l'ossessione valutativa che comporta ci offrono una via d'uscita?
Niente affatto, risponde Codello, perché la visione meritocratica è non solo irrealizzabile, in quanto basata su premesse false (la parità delle condizioni di partenza), ma anche indesiderabile, in quanto trasforma la disuguaglianza da fatto sociale a dato naturale.
L'idea di fondo è infatti che ognuno di noi occupi nella piramide sociale il posto che «si merita»: un riconoscimento inappellabile e interiorizzato che porta i «vincenti» a ritenere giustificato il proprio potere e i «perdenti» ad accettare la propria discriminazione. L'idea meritocratica si configura dunque come il trionfo del «governo dei migliori» da un lato e della «servitù volontaria» dall'altro.
In definitiva, una sofisticata riproposizione del principio di disuguaglianza.
Sabato 14 settembre - Ore 19.00
Gli incompetenti - puntata 100 live!
Il podcast di cinema Gli incompetenti arriva al traguardo della puntata numero 100 e la festeggia registrandola dal vivo in Alaska! Siete tutti invitati, a fare il pubblico in studio e ascoltare e scambiare chiacchiere cinefile con Andrea, Cristina, Francesco e Lorenzo.
Podcast di cinema attivo dal 2020, condotto a quattro mani da Andrea Basti, Francesco Chignola, Cristina Resa e Lorenzo Bertolucci.
Un paio di volte al mese si parla di film in uscita, dai grossi titoli di richiamo a produzioni più piccole e indipendenti, con un occhio di riguardo per il cinema di genere.
Giovedì 26 settembre 2024 dalle 19.00
FEMMINISMI - Le autrici e giornaliste Giulia Siviero e Irene Soave dialogano a partire dai rispettivi libri Fare femminismo (Nottetempo) e Lo statuto delle lavoratrici (Bompiani)
modera Carolina Capria
Fare femminismo, Giulia Siviero, Nottetempo: Nella storia dei femminismi, il racconto delle pratiche è spesso rimasto ai margini. Eppure la politica delle donne, dalle suffragiste fino ai giorni nostri, si distingue da tutti gli altri movimenti perché ha saputo intrecciare a pensieri e parole una creatività militante unica e spettacolare. Questo è un libro di racconti e storie, ma intessuto di elaborazione teorica: su come i femminismi abbiano organizzato in piazza funerali alla femminilità tradizionale e liberato topi alle fiere per matrimoni, inventato dispositivi per abortire frugando nei negozi per acquari, distrutto proprietà o opere d’arte. Su come abbiano esposto corpi e vulve nello spazio pubblico, occupato le aule di tribunale per mettere in discussione la legge nei luoghi della sua applicazione, trasformato il silenzio, la rabbia o la provocazione in azione ed escogitato rifiuti, scioperi e ostinati boicottaggi per trasformare sé e il mondo. Le pratiche raccontate da Siviero possono “aprire il presente all’imprevisto, fare la differenza. E questa resta ancora oggi la nostra scommessa politica”. Di fronte al successo mondano di parte del femminismo e di un movimento spesso ridotto alla richiesta di diritti civili, questo libro rappresenta un invito a recuperare una genealogia femminista radicale cui poter attingere per rimettere al mondo desideri, invenzioni antagoniste, esperienze di sorellanza e sovversione, gesti di libertà.
Lo statuto delle lavoratrici, Irene Soave, Bompiani: Lo Statuto dei lavoratori è in vigore in Italia dal 1970. Irene Soave ne rivisita alcuni articoli leggendoli alla luce di quanto succede oggi alle donne e tra le donne nel mondo del lavoro. Nella sua inchiesta sentimentale – condotta col piglio concreto e rapido della giornalista, ricca di dati ma accesa dalla passione di ciò che vede, sente, è – Irene Soave fotografa la collettiva disaffezione al lavoro individuandone le radici, i sintomi e le conseguenze: abbiamo davvero tutti il burnout? Il lavoro flessibile davvero ci rende liberi? Davvero una puerpera su due deve considerare inevitabile abbandonare la vita attiva? Davvero un compito va svolto bene pure se è brutto? Davvero cambiare vita è una soluzione? Irene Soave guarda a sé e al mondo, colleziona storie, torna indietro nel tempo e immagina un futuro possibile per compilare con il suo stile serrato e caldo un compendio di chi siamo e come siamo quando siamo al lavoro oggi, con quali disperazioni e quali prospettive. Ne risulta un’analisi puntuale della nostra società, ancora impigliata negli stereotipi, ancora poco inventiva nel pensare un mondo del lavoro in cui tutti e tutte si stia meglio, si stia bene, si possa stare senza rinunce. Tutti e tutte. Perché “la manutenzione dell’habitat, la cura a che non sia respingente, il conflitto necessario per difenderlo dall’ingordigia e dalla prepotenza di chi lo comanda, e ritiene di possederlo sono mansioni collettive”. E un mondo del lavoro che includa le donne è più abitabile anche per gli uomini.
Venerdì 27 settembre alle 19.00
Bill Roorbach presenta Vita fra i giganti
Con lui il traduttore Nicola Manuppelli e Michele Crescenzo, giornalista culturale
La traduzione simultanea sarà di Giovanni Tonon
David Hochmeyer, meglio noto come ‘Lizard’ (Lucertola), è un ragazzo modello con un futuro brillante, fino al misterioso omicidio dei genitori, che lascia David e la sorella Kate alla deriva. Nella villa di fronte alla casa dove abitano Lucertola e la sorella, vivono Sylphide, la più grande ballerina al mondo, e suo marito, una rockstar.
I disastri della coppia si intrecciano sorprendentemente con quelli dei due fratelli. Lizard e Kate si immergono così nell’enigma, seguendo un filo rosso che li condurrà a scoprire la verità sui loschi affari del padre. Dai campi da football di Princeton a quelli dei Miami Dolphins, dall’ultimo pasto indimenticabile consumato coi genitori, al ristorante vegetariano aperto dopo aver lasciato il football, Lizard si muove tra feste sfavillanti e triangoli amorosi, fra passato e futuro con la pesantezza del suo fisico imponente e la leggerezza di un ballerino.
Vita fra i Giganti è un romanzo che toglie il respiro, una rappresentazione del mondo della celebrità degna del Grande Gatsby sovrapposta a un intreccio avvincente che richiama il miglior John Irving.
Sabato 28 settembre 2024, dalle ore 19.30
Edwige Pezzulli presenta Oltre Marie (Le Plurali)
Con Emma Cori e Guglielmo Albanese
Oltre Marie ci offre uno sguardo trasversale sulla questione di genere nella scienza. Le autrici riflettono sulla retorica di neutralità e imparzialità che caratterizza il mondo scientifico e su come la scienza venga raccontata attraverso storie di singoli individui geniali, alimentando così stereotipi, pregiudizi e falsi miti.
Socia fondatrice di WeSTEAM, Edwige Pezzulli è assegnista di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica e comunicatrice scientifica. È autrice di laboratori, conferenze e workshop su temi scientifici e di intersezione tra scienza e genere. È autrice e conduttrice RAI di Superquark+ e Scienziate. Ha pubblicato il libro Apri gli occhi al cielo (Mondadori 2019).
Un evento in collaborazione con Circolo Gagarin di Busto Arsizio.
Lunedì 30 settembre alle 19
Carlo Massimino presenta Sempre in barba al buon senso,
dialoga con lui il gruppo di lettura di Alaska
Noncurante del “buonsenso”, Massimino segna il suo esordio su carta dopo alcune valide prove di narrativa pubblicate online. Questi racconti, ambientati in una Milano sospesa e in un’epoca indefinibile a cavallo del duemila, vedono un’umanità variopinta e imprevedibile alle prese con le proprie sventure.
Una strana carovana popolata da punx indebitati fino al collo, diretti dove termina l’arcobaleno, genie di picchiatori da competizione avvinti dalla vita adulta e dai bar, ladri rubacuori prossimi all’exploit finale, disperati erotici al guinzaglio per capriccio o fedeltà.
L’autore è come se girasse in acido sulla circonvallazione del filobus 90 prendendo appunti, trasportando i personaggi al limite dell’improbabile, in una città in cui si avvistano sublimità e abiezioni come manifestazioni massime dell’esistenza. Faro estetico di queste storie è quello di un “perduto” senza veli di malinconia o tristezza, dove si aprono radure che proseguono infinitamente, dopo le periferie.
Su questo fondale, la lingua e l’affabulazione di Massimino non temono confronti, tinte dall’esuberanza, un filtro che restituisce a tinte fulgide e sgargianti una realtà tetra. La città è ancora la nostra, quei volti li riconosciamo: popolano l’epica minuta di ogni età, la loro musa è quella miserabile o pazzesca che presiede a una vita difficile ma verissima.