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I PROSSIMI EVENTI IN PROGRAMMA
Giovedì 11 maggio alle ore 19
Olga Campofreda presenta Ragazze perbene (NN Editore)
dialoga con lei Marta Santomauro
in collaborazione con LATOD
Nelle città di provincia le ragazze perbene si assomigliano tutte. Per sottrarsi a un futuro già raccontato, Clara si trasferisce a Londra, dove insegna italiano a ricchi expat e si trova intrappolata nel vortice degli incontri online. Ma il matrimonio della bellissima cugina Rossella, inseparabile compagna d’infanzia diventata poi modella di abiti da sposa, la richiama a Caserta. Clara si trova così ancora immersa nel mondo da cui è fuggita: all’addio al nubilato della cugina rivede le vecchie compagne di scuola, e nei giorni successivi incontra Luca, lo sposo, con cui aveva stretto in passato un’amicizia clandestina. All’improvviso, però, Rossella scompare senza lasciare traccia. E Clara, convinta che la cugina nasconda qualcosa, scopre nel suo diario un segreto impossibile da confidare, che minaccia il futuro radioso che Rossella ha sempre incarnato. Olga Campofreda toglie il velo sulle seconde vite e i desideri nascosti delle ragazze perbene, i cui destini sono specchio di una femminilità che parla di sacrifici e rinunce, di principi azzurri e segreti, di infelicità che si tramandano nel tempo, di madre in figlia. E racconta la storia di una ragazza che si ribella a sogni e consuetudini già logore, per inventare una strada nuova, tutta sua, da costruire con consapevolezza giorno dopo giorno. Questo libro è per chi si perde a immaginare le storie dei personaggi ritratti nei quadri, per chi ha passato lunghi pomeriggi ad ascoltare Baby one more time sul walkman, per chi ha scoperto il piacere tra le mani di un estraneo, e per i fiori veri che sbocciano nelle città di plastica, semplici e fragilissimi, e per questo meravigliosi.
Sabato 13 maggio 2023, dalle ore 19.00
Martina Castigliani presenta Libere - Il nostro NO ai matrimoni forzati (Paper First)
Dialoga con lei Mario Portanova
Fatima, Yasmine, Zoya, Khadija e X sono cinque ragazze che hanno deciso di ribellarsi alle nozze forzate.
Per essere libere hanno rinunciato a tutto: sono fuggite lontano da casa, hanno rotto ogni rapporto con la famiglia, sono state costrette a cambiare identità. Qui si raccontano in esclusiva, nonostante i rischi: il rifiuto non è mai stato accettato e sono ancora oggi in pericolo. Se hanno deciso di esporsi è «per tutte le altre», obbligate a subire violenze.
Un libro corale e un’inchiesta su un fenomeno che riguarda centinaia di invisibili. In Italia, di matrimoni forzati si parla se una ragazza viene uccisa: Saman Abbas è solo l’ultimo caso strumentalizzato da politica e talk show.
Questo racconto dà voce a chi si batte per cambiare le cose: il regista Wajahat Abbas Kazmi, la consigliera comunale Marwa Mahmoud, l’insegnante diitaliano Tashina Us Jahan; Tiziana Dal Pra, fondatrice della onlus Trama di Terre e la prima a rompere il silenzio; Alessandra Davide, educatrice e operatrice antiviolenza. Della forza dei No – da Franca Viola in poi – parla Angela Maria Bottari, che da deputata si batté contro il matrimonio riparatore. La postfazione di Cinzia Monteverdi ricorda l’impegno della Fondazione il Fatto Quotidiano per le donne sopravvissute alle violenze.
Mercoledì 17 maggio, dalle 19
Davide Castiglione presenta Doveri di una costruzione (Industria & Letteratura)
dialogano con lui Lorenzo Cardilli, docente e critico e Tommaso di Dio, poeta e critico
Davide Castiglione, scrive Federico Italiano, è un poeta kafkiano, architettonicamente kafkiano. Le poesie di Castiglione ci parlano di noi e del nostro stare in questo tempo, e hanno la capacità di mostrarci, come fosse un costato aperto, i livelli di una vita. Lo fanno a partire dalla descrizione di un rapporto viscerale con la dimensione architettonica dell’antropico, con la spazialità dell’esistenza, con la topologia lacerante del dentro/fuori.
Ciò che anima questo libro, rendendolo a tratti splendidamente furioso e corrosivo, è il desiderio di decostruire il grigio utopismo dei progetti e di dissolvere la bolla moralista in cui si mappano le appartenenze e si affastellano teorie sull’appartarsi.
Una raccolta potente e corrosiva, che parla delle esistenze e degli spettri di questo tempo storico. Ogni poesia di questo libro, come insegna una linea decisiva della nostra tradizione, è un evento che fissa la realtà e, dentro di essa, la precarietà del soggetto che prende parola.
Mercoledì 24 maggio alle ore 19
Silvia Abbà presenta Il mio posto è ovunque. Voci di donne per un altro Iraq (Astarte)
dialogano con lei Laura Silvia Battaglia e Leila Belhadj Mohamed
Esiste il femminismo in Iraq? Dall’indipendenza del 1932 alle proteste dell’ottobre 2019, attraverso gli anni di Da‘ish, le storie delle donne irachene parlano del coraggio di far sentire la propria voce, della loro determinazione a essere ciò che desiderano. Al di fuori degli interessi dei regimi e degli attori internazionali, le donne irachene dimostrano quale sia il loro posto: ovunque esse vogliano.
Giovedì 25 maggio 2023 dalle h. 19
Marco Traversari presenta A cosa servono le scienze Sociali - Una conversazione con Marco Traversari (Ronzani Editore)
Dialoga con lui Gloria Frisone
A quasi un anno dalla morte del sociologo Alessandro Dal Lago, esce postumo 'A che cosa servono le scienze sociali?', un conversazione con Marco Traversari.
Calcio e spettacolarizzazione della violenza, arte e letteratura, guerra e pacifismo, media e politica, migranti e diritti, pandemia e libertà: temi cari a Del Lago, che disegnano la mappa del suo nomadismo intellettuale. È la stessa inquietudine rispetto a quelli che Aby Warburg chiamava "i poliziotti dei confini disciplinari" che si riflette in tutti i suoi lavori e dei quali la conversazione con Marco Traversari raccoglie tracce importanti.
In questo ultimo lavoro Dal Lago, morto il 26 marzo 2022 - che ha insegnato Sociologia della cultura nelle Università di Milano, Bologna e Genova ed è stato visiting professor nella University of Pennsylvania e nella University of California - mostra ancora una volta la passione per la ricerca e la sua inquieta curiosità.
Venerdì 9 giugno alle ore 19
Greta Pavan presenta Quasi niente di sbagliato (Bollati Boringhieri)
dialoga con lei Sandro Campani (Einaudi)
Un romanzo di formazione, un autentico spaccato generazionale, una storia sull’appartenenza e sull’affermazione di sé che prova a rispondere a una domanda esistenziale: se il male sia ciò che riceviamo o quello che ci portiamo dentro.
Brianza, terra dai confini incerti, paesaggio di asfalto e capannoni, provincia ricchissima, dove la religiosa devozione al lavoro sembra essere l’unico parametro riconosciuto per la definizione di rapporti e identità. Ma per Margherita, nata nel 1990 in una delle tante famiglie venete emigrate in Lombardia nel dopoguerra, il benessere è una chimera da contemplare da lontano. Sfiancata dal susseguirsi di lavori senza prospettiva e a cui sembra destinata solo in quanto donna, svuotata dalla minaccia costante della precarietà e svilita da un’umanità ambigua, fatta di personaggi in cui albergano a un tempo colpa e innocenza, per Margherita rimane solo il sogno della fuga. Coltiva l’ossessione di Milano, attraente come una terra promessa, e di un lavoro come giornalista, forse unica possibilità rimasta per provare a fare sentire la propria voce. E sola alternativa a quella violenza che, goccia dopo goccia, quasi niente, rischia di trasformarla in tutto ciò che ha sempre rifiutato.
Sabato 10 giugno alle ore 19
Sandro Campani presenta I passi nel bosco (Einaudi)
dialoga con lui Carolina Crespi (Nutrimenti)
"Sandro Campani ha un talento unico: dà voce al bosco, al vento che frusta gli alberi, al profumo della terra dopo la pioggia. E lo fa con una scrittura precisa e implacabile, come un colpo d’accetta".
Alcuni uomini custodiscono segreti, altri invece sono fatti della stessa sostanza dei segreti. Sembrano non avere un passato, o averne troppo. Luchino è uno di questi: imprendibile, amato e odiato da chiunque, invidiato e disprezzato, lontano da ogni cosa eppure sempre cosí presente. Sono i giorni del taglio del bosco, un’occasione che riunisce gli abitanti di una piccola comunità dell’Appennino tosco-emiliano. Ognuno viene a dare una mano, curiosando o bevendo qualche bicchiere in compagnia. Ma non ci sono soltanto i boscaioli e le loro famiglie: le facce note e meno note sono tante. C’è la Betti, proprietaria dell’albergo diffuso, per cui quel taglio è simile a un dolore: il bosco apparteneva al suo Fausto, e da quando lui non c’è piú l’edera e i rovi hanno preso il sopravvento. C’è Francesco, il notaio, che sta cercando quel delinquente di suo figlio. Ricomparirà forse anche Luchino; qualcuno in paese sussurra che è tornato, sebbene ancora nessuno l’abbia visto. Del resto Luchino è fatto cosí: tempo fa se n’è andato là fuori, chissà per quali avventure, e adesso si fa vivo quando piú gli aggrada. Ciascuno dei personaggi pretende qualcosa da lui, ciascuno ha un rancore, un rimorso, una ferita, un conto da saldare, un affetto bisognoso di conferme. Tutti resteranno delusi. Perché da Luchino ognuno di loro ha provato a rubare – uno sguardo, una parola, un modo di stare al mondo -, ma nessuno è mai riuscito a diventare come lui. Anzi, chi lo imitava è finito in rovina.