Ciao! Questa è una nuova puntata della newsletter di Alaska, la libreria di Affori che ti aspetta a braccia aperte.
Intanto le solite comunicazioni di servizio.
Alaska è sempre in Via Gian Rinaldo Carli 39, aperta dalle 10 alle 13.30 e dalle 16 alle 20. Per ordinare un libro puoi passare a salutarci, scrivere una mail a ordini@alaskalibreria.it oppure mandare un whatsapp al numero 351 6131603, lasciando anche il tuo nome e cognome.
ALBUM
Come colonna sonora per questo mese vi proponiamo Lala Belu, di Hailu Mergia, un tastierista e arrangiatore etiope che da molti anni vive negli Stati Uniti e che per molto tempo ha fatto il tassista per potersi mantenere, in quanto non riconosciuto a livello internazionale.
È una gioia per le orecchie e ci ricorda molto la primavera.
SCELTI DA NOI
Victoria MacKenzie, Abbi pietà del mio piccolo dolore, Il Saggiatore.
Iniziamo con un esordio internazionale. Victoria MacKenzie è nata a Brighton nel 1980 e in questo suo primo romanzo racconta di due donne, Margery e Julian. La prima lascia marito e (quattordici) figli e inizia un pellegrinaggio che tocca Roma, Santiago e Gerusalemme; la seconda vive in una cella di un monastero a Norwich, dove vive come anacoreta. Le loro visioni e le loro vite si incontrano e tra loro inizia un dialogo su infanzia, maternità, malattia. “In Abbi pietà del mio piccolo dolore Victoria MacKenzie svela i moti dell’animo e le lotte spirituali di queste due donne, due mistiche realmente esistite, fino al momento in cui le loro strade si incrociano e le loro vite entrano in conversazione. Attraverso la finestra velata della cella di Julian, si percepisce il sussurro di una strana consonanza di fede, e la scoperta del potere della sorellanza sarà in grado di cambiare le loro piccole grandi esistenze, assorbendone il dolore.”
Tristan Garcia, 7, NN editore.
Un libro uscito qualche anno fa e di cui si è parlato moltissimo. Una storia tra distopico e fantastico in cui l’autore gioca con memoria, spazio e tempo, raccontando di una nuova droga, Alice, che permette di tornare a rivivere il sé dei trent’anni, dei venti o dei dodici. 7 è un romanzo in sei parti, sei storie i cui personaggi cercano quella parte di sé che ancora ha speranza e crede di poter cambiare il proprio destino.
Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi ragazzi.
Una nuova edizione, in occasione dei 50 anni dalla prima edizione, illustrata da Lucio Schiavon. Diventato un classico in tutto il mondo, “è un invito al gioco e alla sperimentazione, alla liberazione dai luoghi comuni e dai pregiudizi, è una celebrazione dell’invenzione felice e dell’errore creativo…”
EVENTI IN ALASKA
Venerdì 28 aprile alle ore 19
Tommaso Guaita presenta 45/90, 45 storie della Serie A anni 90, 66thand2nd
dialoga con lui Fabio Pisanu di footballnerds.it
«Se oggi dici il campionato più bello del mondo stai parlando della Premier League, ma negli anni Novanta no, c’era solo la Serie A.»
Dall’epopea del Torino di Borsano, fatto a pezzi da Tangentopoli, passando per le ultime magie napoletane di Maradona prima della caduta rovinosa all’antidoping, Tommaso Guaita ci guida in un viaggio a ritroso per rivivere partite memorabili, gol spettacolari, campioni monumentali e coppe, coppe e ancora coppe. Europee, mica nazionali. Lo scudetto inatteso della Sampdoria di Vialli e Mancini, l’epopea del grande Milan tra figuracce a Marsiglia e Champions League ad Atene, la Juve carrarmato di Marcello Lippi e le imprese miracolose del Vicenza di Guidolin, dell’Udinese di Zaccheroni e del «Chino» Recoba in quel di Venezia. Totti e Signori, Baggio e Van Basten, e poi Gullit, Djorkaeff, Vieri, Weah, Batistuta, Mihajlović… Tra la funesta scaletta dell’aereo che sembrava sancire la fine del Ronaldo giocatore – il «Fenomeno», quello originale – e la dannata guerra dei Balcani preannunciata da un calcio di Boban a un poliziotto, tutto in quegli anni profumava di Serie A. Meravigliosa, ricchissima, indebitatissima, come solo le vere icone sanno essere. 45/90 è una raccolta di quarantacinque storie illustrate. Tommaso Guaita intreccia testo e immagini, meraviglia e nostalgia, epica e bizzarria. Racconta una stagione eccezionale delle nostre vite che, forse, se n’è andata per sempre, ma certo rimane viva nella memoria e nel cuore.
Giovedì 4 maggio, alle 19.00
Marta Cai presenta Centomilioni, Einaudi.
Dialoga con lei Antonio Moresco, scrittore, con interventi dell’attrice Miriam Costamagna.
«Non essere crudele. Non essere sentimentale. Prova a provare davvero qualcosa».
Può sembrare un amore, ma è una storia di violenza pronta a esplodere, incuneata in una pianura senza fine che impedisce per sempre di scollinare. Al centro Teresa, che nel suo diario si definisce «una zitellona di provincia, una signorina senza qualità». Vive ancora con i genitori, sommersa da una routine pantagruelica: giovedì ossibuchi, martedì trippa, il pesce solo quando è fresco. Poi arriva Alessandro, e il mondo s'infiamma di colpo. Alessandro, che è bellissimo, che vuole tutto e non ha niente. Armata di una lingua impietosa, lirica, umoristica, capace di spiazzare a ogni riga, Marta Cai passeggia tra le strade di una cittadina anonima e riesce a farci sentire lì, intrappolati tra schiere di villette, banchi del mercato e orizzonti lontanissimi. Con la certezza che da un momento all'altro accadrà qualcosa di terribile.
Teresa ha quarantasette anni e vive in una cittadina di provincia «né grande né piccola, né nota né ignota». Figlia per sempre, succube di una madre dispotica, vorace, logorroica. È magra come una prugna secca, Teresa, e fuma in continuazione. Sola, solissima, si tiene a galla assecondando i ritmi blandi dei giorni: le commissioni in centro, le lezioni d’inglese nell’istituto per ripetenti dove lavora, i giri in bici. «Vivo come le sogliole, sul fondale», confida come una ragazzina al suo diario segreto. Soltanto lì, tra le righe dell’unico spazio di libertà che le è concesso, può fantasticare su Alessandro, un suo ex studente bellissimo e fin troppo gentile. Teresa lo sogna con una vividezza che la tramortisce. Ma lui, quando all’improvviso le riappare davanti dopo mesi di vuoto, ha in mente ben altri progetti. Col suo sguardo e la sua voce, Marta Cai illumina tutto: è capace di entrare a gamba tesa nei punti di vista dei suoi protagonisti e di rispettare il brusio nelle loro teste, di calibrare perfettamente il montaggio alternato e poi di farlo esplodere, di voler bene a Teresa e di trattarla con ferocia. Quello di Marta Cai è un talento raro: leggendo le sue pagine affilate ci si chiede come abbia fatto a incastonare in un universo così piccolo dei personaggi così grandi.
Venerdì 5 maggio 2023 dalle h. 19
Arnaldo D'Amico presenta La memoria del nemico - Perché ci sono voluti duemila anni per scoprire il sistema immunitario, Il Saggiatore.
Discute con l'autore Nicola Franchi
Il confronto con la pandemia ha spinto tutti noi a confrontarci con una domanda: come funzionamo?
Che siano miasmi, veleni, microbi o germi, batteri o virus, l’essere umano da sempre si è misurato con esseri invisibili, ma pericolosi. La loro inesorabile successione – prima con il nome di peste, e poi di morte blu, malaria o vaiolo – ha scandito il progredire di un’impresa collettiva, tra assurde superstizioni e teorie di matrice religiosa o parascientifica. Tutte credute, mai nessuna verificata.
D’Amico tesse questo racconto fatto di uomini e viaggi, dibattiti e scontri, tentativi fallimentari e vittoriosi: ci porta sulle navi che per prime hanno solcato gli oceani e sono diventate veicolo e ricettacolo della diffusione di misteriosi morbi; nei laboratori dove sono stati perfezionati i metodi di indagine contro le epidemie, come quello in cui nel 1854 Filippo Pacini vide per la prima volta al microscopio i «vibrioni» del colera; nelle università e negli ospedali dove Spallanzani, Pasteur e Mečnikov hanno rivoluzionato il modo di pensare il corpo umano e la sua caducità.