Ciao!
Benvenut* a una nuova puntata della newsletter di Alaska, la libreria di Affori che ti consiglia libri imperdibili.
Intanto le solite comunicazioni di servizio.
Alaska è sempre in Via Gian Rinaldo Carli 39, aperta dalle 10 alle 13.30 e dalle 16 alle 20. Per ordinare un libro puoi passare a salutarci, dare un’occhiata sul nostro sito, scrivere una mail a ordini@alaskalibreria.it oppure mandare un whatsapp al numero 351 6131603, lasciando anche il tuo nome e cognome.
ALBUM
Per la lettura di questa puntata ti consigliamo Troubadour, di Lula Pena, cantante, musicista, compositrice e poeta portoghese. Dire che il suo ambito è quello del Fado è vero, ma limitante. Attinge da lì e ne fa parte, ma tocca anche molte altre cose.
CONSIGLIATI DA NOI
Milena Agus, Mal di pietre, Nottetempo (nuova edizione)
Il mal di pietre di cui parla Agus, in questo libro che ritorna in libreria in una nuova edizione, coincide con i calcoli renali. È a causa di questo e della necessità di curarsi in una clinica che la protagonista, nonna di Augus, conosce il Reduce, un uomo zoppo e come lei sposato, per il quale nasce un profondo desiderio e con cui inizia una relazione.
Jacobin Italia n. 21
È uscito il nuovo numero di Jacobin, una rivista che in Alaska amiamo molto e leggiamo con passione.
Si intitola “Il mito della competizione” e contiene approfondimenti che riguardano la meritocrazia, il capitalismo e neoliberismo, la performance e come la competizione ci renda infelici. Imperdibile.
Matteo Marchesini, Diario di una cavia, Castelvecchi
Marchesini è uno scrittore, saggista e giornalista. Diario di una cavia è una raccolta di saggi – di letteratura e attualità. Un libro di critica letteraria in cui l’autore raccoglie i suoi scritti e le sue riflessioni su temi, privati e collettivi, che lo hanno toccato. “Saggi personali a tema libero, che si reggono sulla capacità di rispondere delle proprie idee, delle proprie scelte formali e di se stessi senza rimandare a un metodo, a una filosofia o a un’autorità esterni alla pagina.
Rita Gamberini e Irene Penazzi, Poesie della casetta, Topi Pittori
Un libro per bambini e bambine dai sette anni che entrano nel continente privato di una casa di campagna e in tutte le cose che si possono incontrare attorno, oggetti, piante, animali, che vengono raccontate in poesie-racconti in cui la fantasia e i pensieri si mescolano con la realtà. Un modo nuovo e dolce per approcciare alla poesia che dà spunti per l’immaginazione personale.
Carlo Emilio Gadda, Novelle dal ducato in fiamme, Vallecchi, Firenze, 1953
Novelle del ducato in fiamme ha vinto il premio Viareggio nel 1953 ed è il primo libro di Gadda a riscuotere un certo successo e che è un’ironica rappresentazione dell’ultimo periodo del fascismo. In Alaska ne trovi una bella copia usata (perché ormai lo sai, abbiamo un angolino dedicato all’usato che è una meraviglia).
LO SAPEVI?
Modi bizzarri di morire. Lo scrittore americano Sherwood Anderson, famoso soprattutto per i suoi racconti, è morto nel 1941 a 65 anni. La causa della morte? Uno stuzzicadenti gli è andato di traverso a una festa in suo onore, su una barca al largo di Panama.
In Alaska trovi Storia di uno scrittore di storie, edito da Mattioli.
PROSSIMI EVENTI IN LIBRERIA
Venerdì 19 gennaio, dalle ore 19.00
Le Balene Possono Volare e Moscabianca presentano tre novelle illustrate per una serata dedicata alla narrativa breve di genere Sci-fi, Weird, New Weird e Surreale
Modera Enrica Fei (Le Balene Possono Volare)
Antonio Potenza, Fantasmagoria
Illustrazioni di Cammamoro
Nel paese di Al le persone scompaiono. Prendono la strada per il mare e non tornano più. Così è accaduto a sua madre, così è accaduto a molte altre persone che hanno accettato la chiamata. Adesso è stato convocato proprio Al. Il mare lo reclama, il fantasma di sua madre lo compatisce, il pazzo del paese lo consiglia. Ma cosa accade quando non si accetta un destino che sembra una maledizione? Avviene una scissione, la genesi di una speranza distorta. Con uno stile evocativo, Antonio Potenza dipinge un paese che si ostina ad andare avanti a occhi chiusi, mentre solo alcuni vedono in quanti modi l’impossibile pare intaccare la realtà. Cammamoro, con le sue illustrazioni, dipinge alla perfezione questo mondo doppio, subacqueo e terrestre, ma sempre ricco di possibilità e dettagli nascosti.
Beatrice La Tella, Niente di umano
Illustrazioni di Brigitta Bonaldo
Nina ricorda bene il momento in cui si è aperto lo Squarcio: era al funerale di Noah. Da quel momento, la sua vita e quella di tutti gli esseri umani hanno cominciato a essere popolate da strane creature. Qual è la vera natura delle Bestie apparse sopra le città? Perché sembrano inavvicinabili? Ma la domanda più importante per Nina è un’altra: Noah è davvero scomparso? Insieme a Levi, che su un blocco da disegno ritrae con devozione ogni avvistamento, Nina raccoglie appunti e traccia indizi riguardo il mistero delle Bestie, in una Terra invasa da un nuovo misticismo. Beatrice La Tella racconta una fine del mondo accompagnata dalle illustrazioni di Brigitta Bonaldo, e conduce chi legge verso l’interrogativo fondamentale: quanto è profondo il potere delle storie che raccontiamo?
Flavio Natale, Eravamo splendidamente soli
Illustrazioni di Ilarius
L’anonimo protagonista del racconto e l’amico Marcel sono i fondatori della corrente letteraria chiamata extrarealismo, gli ultimi e unici della loro specie. Ennesima avanguardia, ennesima etichetta, in definitiva un solo precetto: l’immaginazione è aliena. Seduto in uno squallido pub ad ascoltare racconti letti su un palcoscenico, il protagonista teme l’esplosione rabbiosa di Marcel, che non crede in niente se non nelle sue storie. Ma quando l’esplosione avviene la realtà va rincorsa, letteralmente. Flavio Natale narra una notte luminosa e weird, che insieme alle fumose tavole di Ilarius ci offre uno scorcio al neon sull’orizzonte degli eventi della stessa letteratura fantascientifica.
Sabato 20 gennaio, dalle ore 11.00
Lettura mattutina di C’è un albero in Giappone, di Chiara Bazzoli, Edizioni Sonda
Con Chiara Bazzoli
Lettura per chi ha dai 7 anni in su. Partecipazione gratuita.
C'è un albero in Giappone: Nel 1945, a Nagasaki, un albero di cachi sopravvisse miracolosamente al bombardamento atomico. Questa è la storia della famiglia la cui vita ruotava intorno al cachi che cresceva nel piccolo giardino di casa. La caduta della bomba atomica porterà morte e distruzione per tutti. Il cachi sopravvissuto parla ai bambini di guerra e di amore, di morte e rinascita. Da oltre vent’anni il Kaki Tree Project consegna ai bambini di tutto il mondo le pianticelle di seconda generazione nate dalla pianta madre, chiedendo loro di allevarle e di produrre espressioni artistiche che abbiano come tema l’albero di cachi. Nell’arte risiede la capacità di immaginare il dolore altrui, la forza di creare un mondo nuovo. L’arte travalica Paesi, religioni, etnie e lingue, rendendo possibili sentimenti di condivisione. Una storia toccante raccontata con delicatezza e poesia: per scoprire che la vita è sempre più forte.
Sabato 20 gennaio 2024, dalle ore 19.00
Gabriele Ferrari presenta Polvere e ossa (Codice edizioni)
Dialoga con lui Emanuele Fontana
In Polvere e ossa si racconta la storia di due paleontologi: uno era darwinista, l’altro lamarckiano. Uno era freddo e distaccato, l’altro esplosivo. Uno era stato educato nelle migliori scuole d’America, l’altro ha scritto il suo primo articolo scientifico prima ancora di laurearsi. Per cinquant’anni, alla fine dell’Ottocento, Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh fecero a gara a chi accumulava più fossili e pubblicava più studi, spendendo considerevoli quantità di denaro per farlo; e per sabotarsi a vicenda.
Gabriele Ferrari ripercorre le tappe e i protagonisti di una rivalità scientifica e umana sempre più feroce e rapidamente degenerata in aperto conflitto, che coinvolse esploratori, soldati, spie, generali, politici e persino Buffalo Bill (oltre a un breve cameo del generale Custer…). Una rivalità figlia non solo dello scontro tra due personalità opposte, ma anche del luogo in cui si è sviluppata. Ambientata per lo più in un Far West desertico e polveroso, tra fossili, dinamite e musei, la guerra delle ossa è una storia profondamente americana che parla di frontiera e destino manifesto, di colonizzazione e genocidio, ma anche di come il capitalismo ha plasmato in maniera decisiva la storia della scienza
Venerdì 26 gennaio, dalle ore 19.00
Francesca Lorusso presenta Oyster Bar (Il Canneto editore)
dialoga con lei Raffaele Rezzonico, drammaturgo
Una Genova lontana dai cliché turistici delle crêuze e del centro storico fa da quinta al percorso di crescita della protagonista che, fra karaoke suburbani e angiporti popolati da matti e stranieri, cerca la consapevolezza di sé barcollando fra il lusso dal quale proviene e il sottobosco colorito di cui si sente parte. Un catalogo di orologi raccolto per caso farà da lanterna tra i coni d’ombra di un passato familiare che ha rimosso e di un presente in cui non sa ancora identificarsi.
Le profondità marine nelle quali si riflette Candida, sembrano inghiottire le ultime vestigia di un’opulenza che l’attrae e la repelle, ma saranno proprio gli abissi a rischiarare, con le loro oscurità, le risposte che sta cercando.
“Anni fa qui sopra c’era una passerella verde che si chiamava il Bruco di Brignole e permetteva ai pedoni di raggiungere per via aerea Corte Lambruschini e Piazza Verdi.
Quel tunnel dal sapore futurista doveva collegare idealmente e fisicamente la stazione di Brignole e Via XX Settembre da un lato e Corso Buenos Aires dall’altro.
Mi immagino solo cosa potesse essere ascoltare le canzoni del karaoke da lì.
Ho sempre pensato quella larva di lepidottero in muratura una sorta di porta verso un mondo altro: sono certa che salendo lì sopra dopo aver cantato al karaoke si poteva aver accesso a qualche realtà alternativa. Uno di quei luoghi che forse avrebbero potuto salvarmi definitivamente”.
Per esplorare il passato con la verve di Fast & Furious e la scientificità di Past & Present, una serie di incontri dedicati in Alaska, la tua libreria del cuore.
Secondo incontro
Con ventiquattromila baci. L'influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia (1955-1965), Bononia University press, Bologna, 2015
La sistemazione provvisoria della questione confinaria, avvenuta con il Memorandum di Londra del 1954, fu la premessa per una fioritura di rapporti culturali tra Italia e Jugoslavia, due paesi caratterizzati da diversi sistemi politici e fino ad allora divisi da un aspro scontro territoriale. In particolare, l’influenza della cultura di massa italiana nel paese confinante rappresentò un filtro che permise il trasferimento di fenomeni culturali di matrice occidentale, rendendoli meno controversi e più accettabili agli occhi delle autorità jugoslave. I crescenti contatti, resi possibili dall’apertura di quello che era stato uno dei confini più caldi del dopoguerra, contribuirono in modo determinante alla formazione di una cultura di massa jugoslava, specialmente in un decennio, come quello dal 1955-1965, di grande apertura per la Jugoslavia socialista. Fu così che il festival di Sanremo, le canzoni di Adriano Celentano e Rita Pavone, le coproduzioni cinematografiche, le trasmissioni Rai riprese dalla nascente televisione locale, oltre alla popolare pratica dello shopping a Trieste, permisero al pubblico jugoslavo di familiarizzare con l’Italia, fino a costruire un senso di vicinanza culturale, pur non privo di problematicità. Un’Italia immaginata che poco aveva a che fare con quella reale, ma che rispecchiava le aspettative che gli jugoslavi avevano per il proprio futuro e che collocavano temporaneamente al di là del confine.